L’ufficio (caverna moderna), da noi percepito come spazio reale, viene sostituito da una stampa dell’ufficio stesso. La proiezione della realtà diventa fittizia, mera immagine tecnica. L’immagine presenta dei ritagli in alcuni punti, come delle finestre che permettono di guardare quello che c’è nello spazio immediatamente retrostante: un’installazione di un cantiere riempito di una farina bianca. In questo spazio semi-percepibile sono posizionati dei fari che, accendendosi e spegnendosi tramite un timer, permettono di vedere il cantiere per alcuni secondi e per il resto del tempo la luce blocca la vista. Questo progetto rappresenta la variazione contemporanea del mito della caverna raccontato nella Repubblica di Platone, dove si narra dell'impossibilità da parte dell’uomo di vedere il mondo com’è veramente. Succede che a tratti percepiamo altre realtà rispetto alla nostra, ma anche il cantiere, in questo caso, potrebbe essere un ulteriore mondo fittizio, il mondo delle idee, un infinito work in progress, un mito della caverna.